Attrice, cantante, modella, icona degli anni ’60. Ma anche ambientalista e fervente animalista, al punto da essere presidente di una fondazione che porta il suo nome. Brigitte Bardot ha scritto una lettera in francese al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, chiedendogli di rimettere in libertà tre orsi rinchiusi nel recinto del Casteller. Nella missiva, l’attrice si definisce “scioccata e scandalizzata” dal fatto che gli orsi “catturati in Slovenia per reintrodurli in Italia nell’ambito del progetto Life Ursus Project finanziato da altissimi fondi europei, ora vivano chiusi in un bunker elettrificato“. Non si è fatta attendere la risposta – sarcastica – del presidente: “Brigitte Bardot ama gli orsi? Bene, la invitiamo a venirci a trovare in Trentino. Qui ne abbiamo tanti”.
Bardot si riferisce ai tre orsi rinchiusi nel recinto del Casteller, l’area poco distante da Trento dove si trovano l’esemplare M49, ribattezzato Papillon e celebre per le sue fughe, M57, l’esemplare di due anni e mezzo che la sera del 22 agosto scorso ha aggredito il carabiniere Diego Balasso ad Andalo, e l’orsa DJ3, che ha quasi 18 anni e si trova nel recinto dal 2011. “Non solo quello che state facendo a questi orsi innocenti è una disumanità abietta, ma anche un’appropriazione indebita di fondi europei “. Bardot chiede anche di “lasciare in pace la femmina JJ4“, soprannominata Gaia, che questa estate ha aggredito due escursionisti sul Monte Peller. Il Consiglio di Stato, che ha stabilito che l’orsa deve restare libera, accogliendo un ricorso degli animalisti per la sospensiva dell’ordinanza di cattura e reclusione emessa dalla Provincia autonoma di Trento.
Nella lettera Bardot ricorda di aver vissuto in Italia e di considerarla la sua seconda patria. “Non sopporto che questo paese di gioia di vivere e libertà possa comportarsi così selvaggiamente nei confronti di animali considerati jihadisti e rinchiusi in bunker di vergogna, con numeri degni di gulag“. BB assicura che se Fugatti non libererà gli orsi provocherà uno “scandalo globale” sostenuto dai “nostri numerosi partner” internazionali. “Ti giuro che non ti risparmierò“, conclude l’attrice.
Alla presa di posizione dell’animalista, Fugatti ha risposto invitandola in Trentino. “Anche noi amiamo la natura e gli animali, il nostro territorio è un esempio internazionale da questo punto di vista – ha detto il governatore – Non dimentichiamo tuttavia che gli orsi problematici annoverano ormai molte vittime tra gli animali che rappresentano il sostentamento dell’agricoltura e della zootecnia di montagna”. È proprio la logica di un migliore equilibrio, dice Fugatti, che l’amministrazione sta cercando di difendere con la decisione di rinchiudere i tre orsi. Inoltre, ha sottolineato quanto la realtà sia “ben lontana dalla finzione cinematografica, dove la rappresentazione dei fatti può non rappresentare pienamente le problematiche più autentiche”.